Cat: News - Domenica 27 Gennaio 2019
Comprare un'azione Acquistare una quota di proprietà e quindi di capitale di una società per azioni significa comprare un'azione. L' azion...
Cat.: News - Venerdì 07 Dicembre 2018
Cat.: News - Venerdì 30 Agosto 2019
La maggior parte dei contribuenti italiani, pronunciano spesso una frase che tutti conosciamo bene: “ancora tasse!”. Effettivamente ogni anno dobbiamo versare somme considerevoli al fisco. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento considerevole della tassazione anche negli investimenti di natura finanziaria. Le imposte sui rendimenti conseguite dal risparmiatore, persona fisica, sono di due tipi: redditi da capitale, come interessi e dividendi e redditi diversi come le plusvalenze derivanti dalla negoziazione. L’imposta viene pagata nel momento della percezione del reddito da parte dell’investitore. La tassazione è al 12,5% se relativa a titoli pubblici, come Titoli di Stato o Enti Sovranazionali come la Banca Europea degli investimenti o la Banca Internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo. La tassazione è al 26% nel caso di Titoli privati come azioni e obbligazioni societarie. Stessa distinzione se l'investimento viene fatto utilizzando i così detti “contenitori” come i fondi comune di investimenti e i prodotti di natura assicurativa. In questo caso, se all’interno ci sono sia titoli pubblici che privati, la tassazione viene effettuata considerando una media ponderata tra il 12,5 % e il 26%.
Ma non finisce qui vista la presenza dell’imposta di bollo, altra tassa sui risparmi finanziari introdotta dal Governo Monti.
L’imposta di bollo può essere di due tipi:
- proporzionale, pari allo 0,20% sul patrimonio ad eccezione dei fondi pensione e delle polizze vita tradizionali, come le gestioni separate.
- fissa, pari a 34,20 euro su conti correnti bancari e libretti bancari e postali nel caso in cui la giacenza media annua sia superiore ai 5.000 euro.
Se vuoi ridurre il peso del fisco due idee possono esserti utili:
- Pir: piani individuali di risparmio che se tenuti per almeno 5 anni e non saranno oggetto di tasse sui guadagni futuri. Istituiti con la legge di bilancio del 2017 con l’obbiettivo di canalizzare i risparmi delle famiglie verso le piccole medie imprese italiane. Ogni persona può investire al massimo nei Pir 30.000 euro all’anno per un ammontare complessivo nei 5 anni di 150.000 euro.
- Anche in finanza non tutti i mali vengono per nuocere, visto che le perdite conseguite in un anno possono essere utilizzate per compensare gli utili futuri nei 4 anni successivi. Ma attenzione perché le minusvalenze sono redditi definiti diversi e non possono essere utilizzati per compensare i redditi da capitale come interessi e dividendi. Questa è un anomalia tutta italiana che speriamo prima o poi il fisco riesca a sanare.
Quindi quando investi presta molte attenzione all’aspetto fiscale, affidati al tuo consulente di fiducia e chiedi di essere informato anche su questo aspetto, troppo spesso sottovalutato dall’investitore stesso.
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