Cat: News - Domenica 27 Gennaio 2019
Comprare un'azione Acquistare una quota di proprietà e quindi di capitale di una società per azioni significa comprare un'azione. L' azion...
Cat.: News - Venerdì 07 Dicembre 2018
Cat.: News - Venerdì 30 Agosto 2019
Dall’estate del 2011 la parola Spread è entrata nelle nostre case di milioni di italiani. Dopo 8 anni siamo sicuri di aver capito che cosa significa questa espressione? Non è chiaro alla maggior parte di noi. Spread è una parola inglese che in questo caso significa differenza: quando se ne parla sui giornali o in televisione ci si riferisce proprio a questo, alla differenza tra il rendimento del BTP italiano a 10 anni e il rendimento del Bund Tedesco sempre a 10 anni. Calcolare lo spread è semplicissimo: lo si ottiene attraverso una semplice operazione aritmetica di sottrazione, si prende il rendimento del Titolo di Stato italiano a 10 anni ad esempio 350 e lo si mette a confronto con il rendimento del paese ritenuto più affidabile in Europa, in questo caso la Germania ad esempio 0.50% ed essendo calcolato in centesimi si procede nel modo che segue.
350-50 = 300
Ecco calcolato lo spread.
I titoli di Stato insieme alla tassazione sono la principale forma attraverso la quale lo Stato reperisce le risorse necessarie per far fronte ai propri impegni finanziari. Ma i titoli di Stato sono anche di fatto delle obbligazioni che si compongono di due fattori: il prezzo e il rendimento e sono influenzati dalla MAGGIORE O MINORE affidabilità del paese che li emette. Più un paese viene ritenuto affidabile maggiore sarà il prezzo e minore il rendimento offerto dal Titolo di Stato di quel paese. Di contro meno un paese è affidabile maggiore sarà il rendimento offerto dai suoi titoli di Stato e più basso sarà il prezzo e ciò come premio per il maggiore rischio che si assume chi presta soldi a questo paese.
I Titoli di Stato vengono comprati e venduti quotidianamente sul mercato così detto secondario se gli investitori vendono BTP il prezzo scende e il rendimento sale. Se il prezzo scende i portafogli che contengono BTP perdono di valore, fatto salvo che i Titoli di Stato come tutte le obbligazioni se vengono portate a scadenza mantengono il valore nel tempo. Se il rendimento dei Titoli di Stato Italiano sale sul mercato secondario, lo Stato in caso di nuove emissioni, sarà costretto a riconoscere un rendimento pari o superiore rispetto a quello dei Titoli già presenti sul mercato se li vuole rendere appetibili a futuri investitori e tutto questo porterebbe ad un aumento del monte interessi che lo Stato deve pagare per il finanziamento del proprio debito pubblico.
Le Banche Italiane sono tra i principali detentori di BTP, un deprezzamento dei Titoli di Stato Italiani comporterebbe un peggioramento dei coefficienti patrimoniali e nel lungo periodo potrebbe costringere gli Istituti di Credito o a chiedere aumenti di capitali ai propri soci oppure a ridurre gli impieghi, ovvero i soldi prestati ad imprese e famiglie, in una parola credit crunch.
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