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Cat.: News - Venerdì 07 Dicembre 2018
Cat.: News - Venerdì 30 Agosto 2019
Dagli ultimi dati di Bankitalia si evince che gli italiani sono dei grandi risparmiatori: 1.400 miliardi fra depositi e conti correnti a fine 2018. La massa di liquidità in 10 anni è aumentata di quasi trecento miliardi. I rendimenti nulli sui conti correnti sono stati determinati dall’intervento delle banche centrali con tassi prossimi allo zero. La decisione di tenere i soldi sul conto corrente è stata dettata dall’assenza di alternative remunerative, anche a costo di “perdere” dei soldi: 79 euro, sempre secondo Bankitalia è il costo di gestione di un conto corrente tradizionale, mentre sono circa 15 euro i costi di quelli on-line. Percepire come un rischio le asset class di investimento è quello che succede agli italiani con scarsa educazione finanziaria legati alla liquidità.
L’elevata liquidità sui conti correnti è determinata da un fattore principale: la conoscenza scarsa da parte dei risparmiatori di prodotti alternativi a conti deposito e buoni fruttiferi che oggi, a causa dei tassi monetari dell’area euro, presentano rendimenti pressochè nulli. Ed ecco che i costi occulti entrano in gioco: in assenza di alternative conosciute vengono lasciati i soldi sul conto corrente, senza contare il fattore inflazione e i mancati guadagni con più efficienti strategie.
I rischi derivanti dall’esposizione massiccia alla liquidità sono il pericolo dell’introduzione da parte del Governo di una tassa patrimoniale per quanto riguarda quelli più conosciuti e rischi come l’inflazione meno conosciuti. L’aumento del costo della vita risulta più contenuto rispetto a trent’anni fa e il risparmiatore medio snobba l’impatto del rialzo dei prezzi. Silenziosamente l’inflazione però continua a lavorare: è stata in media poco sopra l’un% nel 2018, inferiore alla media dell’area euro. In assenza di rendimenti l’inflazione ha bruciato circa dieci miliardi di euro ( considerato che alcuni depositi sono remunerati). L’obiettivo principale resta quello di evitare perdite durante la vita dell’investimento da ritirare in qualsiasi momento, puntando su asset sicuri a bassa volatilità. I fondi di liquidità tradizionali, per esempio, ad oggi non rendono nulla perché hanno strategie concentrate su aree specifiche e poco diversificate. Invece, poco conosciuti in Italia, sono i fondi che ottimizzano la gestione della liquidità a livello globale e i ritorni sono positivi.
Siamo in fondo alle classifiche di tutto il mondo per la scarsa educazione finanziaria che rappresenta il nostro Paese, ma questo non è più un segreto. Ciò non agevola certamente la ricerca di soluzioni alternative come piani di accumulo su asset class con un profilo rendimento/rischio più elevato. Purtroppo queste ultime strategie vengono percepite come un investimento rischioso e dunque è difficile spingere verso altre soluzioni risparmiatori che sono legati alla liquidità. La scarsa copertura assicurativa è un altro fattore che spinge gli italiani ad essere molto liquidi. Se non consideriamo la copertura classica dell’auto, ricorriamo molto poco frequentemente ad altri tipi coperture morte o invalidità. Si tengono da parte i soldi sul conto corrente per fronteggiare le emergenze che potrebbero verificarsi, ma non risulta essere una soluzione efficiente, come già accennato nell’articolo precedente. Si spendono in media 4,8 miliardi in polizze assicurative mentre più di cento miliardi in gioco d’azzardo, questo rivela quanto sia vera l’affermazione sopra riportata.
A presto con il prossimo articolo.
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