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Cat.: News - Venerdì 30 Agosto 2019
Ci sarà un faro acceso da parte della autorità sulle persone che ritirano o versano banconote per oltre diecimila euro in un mese. Spesso l’utilizzo in maniera anomala di contante genera spie di emergenza per la strada dell’evasione e riciclaggio da parte di criminalità organizzata. Vista la loro diffusione in italia, le operazioni in contante sono riconosciute come vere e proprie fonti e basi per un rischio potenziale di riciclaggio: l’esempio concreto si riferisce a più di duecento miliardi di operazioni in contanti dello scorso anno (rispetto al 2017 il 3% in meno). L’UIF (unità di informazione finanziaria, presso Bankitalia) da questo mese si avvarrà di uno strumento messo a disposizione grazie alla riforma del 2017, che costringerà istituti di pagamento, banche, poste a fornire loro i nominativi delle persone che supereranno quel tetto (anche con operazioni da oltre 1000 euro).
Il nome ufficiale verrà riconosciuto come “comunicazione oggettiva” non comporterà la segnalazione automatica di una sospetta operazione, ma dovrà essere fatta su base mensile e accenderà sicuramente una spia da parte delle autorità che vigilano. Le operazioni effettuate da chi le impartisce sono anche imputate al cliente in nome e per conto del quale ha operato e saranno considerate tutte le movimentazioni di denaro effettuate dallo stesso soggetto, in qualità di esecutore o di cliente. Entro il 15 settembre dovrà essere effettuato il primo invio che comprenderà i dati riferiti ai mesi scorsi da aprile a luglio. Rispetto agli altri paesi europei, in Italia i contanti restano molto usati, anche se negli ultimi anni si sono evoluti i metodi di pagamento con carte di credito, bonifici e bancomat. Sta facendo passi importanti la moneta definita di “plastica” insieme al mobile banking e conctatless. Restano comunque alti i costi che devono sostenere le banche: pensiamo solo alla sicurezza di cui necessita ogni filiale per proteggersi e per tenere somme importanti di denaro in contante, in fondo ancora l’80% dei pagamenti resta eseguito in contanti.
Come rilevato da uno studio recente dalla UIF, ciò che più preoccupa è il riciclaggio: gli usi anomali sono concentrati al Centro Nord, dove l’economia muove risorse maggiori, ma i contanti restano utilizzati maggiormente al sud Italia per arretratezza finanziaria e tecnologica, un paradosso dunque. L’utilizzo dei contanti è correlato in maniera negativa con il grado di finanziarizzazione e di sviluppo economico locale. Contrariamente i contanti risultano essere correlati positivamente con le dimensioni dell’economia sommersa. Non è tutto. A livello di comuni, province, la distribuzione geografica del rischio di riciclaggio, risulta in sintonia con la presenza delle principali organizzazioni mafiose e positivamente correlata sia con indicatori di attività criminale (denunce per i piccoli reati) sia con le misure del riciclaggio (le operazioni sospette segnalate al UIF), questo quanto emerge dalle evidenze investigative.
A presto con il prossimo aggiornamento
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