Cat: News - Domenica 27 Gennaio 2019
Comprare un'azione Acquistare una quota di proprietà e quindi di capitale di una società per azioni significa comprare un'azione. L' azion...
Cat.: News - Venerdì 07 Dicembre 2018
Cat.: News - Venerdì 30 Agosto 2019
Oggi parliamo di Oro, argomento tornato sulle prime pagine da qualche settimana: che cosa sta spingendo le sue quotazioni? Già da tempo abbiamo assistito ad un ritorno di interesse soprattutto da pare dei governi; la Brexit, le turbolenze geopolitiche degli ultimi anni, la guerra commerciale fra Stati uniti e Cina e ancora i timori di un rallentamento economico mondiale sono tutti elementi che hanno spinto molti paesi ad incrementare le proprie riserve auree in cerca di protezione. Per capire meglio, dati alla mano, nel 2018 gli Stati mondiali hanno comprato 640tonnellate di oro complessivamente, il doppio rispetto al 2017, livelli che non si vedevano dal 1967. A questa dinamica si aggiunge il ruolo giocato dagli investitori istituzionali: le nuove norme di Basilea 3 istituiscono infatti che l’oro nel portafoglio degli istituti di credito venga classificato cash equivalent ovvero un asset equivalente a monete come dollaro o euro in termini di sicurezza patrimoniale.
Queste sono dinamiche di macro e di lungo periodo, ma ci sono anche altri fattori contingenti: stiamo attraversando una rinomata fase espansiva annunciata dalla Fed e dalla banca centrale europea. La riduzione dei rendimenti sui governativi che già stiamo vedendo, tende a comprimere i cosiddetti tassi reali verso lo zero. L’oro è un asset che non dà né interessi né cedole, ma ha un valore in sé, per questo i mercati hanno ripreso a considerarlo come una valida alternativa agli investimenti ora poco remunerativi.
Si parla spesso di oro come bene rifugio, ma è bene togliere dal campo la convinzione che questo significhi rischio zero e rendimento a prescindere. Prendiamo come data di partenza il 1971, ovvero quando venne abbandonato il gold standard che legava a doppio filo dollaro e oro, ebbene si è visto che come da allora investire non sempre, soprattutto nel lungo periodo, si è dimostrata una scelta corretta. Infatti, per esempio, se avessimo investito 1000 dollari nel 1971 ad oggi il rendimento accumulato sarebbe stato del 455%, ma lo stesso investimento sull’ S&P 500 avrebbe reso il 1728%. C’è poi un altro fattore che va considerato quando si fa una scelta di investimento, il tema della volatilità. Le oscillazioni del prezzo dell’oro nel periodo 1971/2018 sono state molto più marcate rispetto a quelle dei corsi azionari: la volatilità annua del prezzo dell’oro è stata infatti pari al 27%, esattamente 10% in più rispetto a quella delle azioni. Un'altra caratteristica tipica, sempre citata quando si parla di oro, è quella della decorrelazione dei mercati. Quando i mercati vanno male le quotazioni dell’oro salgono e viceversa, ma anche su questo punto occorre sfatare un mito: uno studio ha messo in relazione l’indice MCI World con l’andamento del prezzo dell’oro dal 1989. Se le quotazioni dell’indice in un mese avessero perso il 5%, quale sarebbe stata la probabilità che l’oro fornisse un rendimento positivo? Risposta il 64%, non il 100%. In ogni caso nell’arco temporale 1971/2018 la decorrelazione fra azionario e oro è stata solo dello 0,27%.
Si può comprare oro fisico, ad esempio il classico lingotto, stando attenti però ai costi connessi alla custodia dello stesso. Si può investire in oro attraverso gli ETF cioè strumenti derivati che replicano l’andamento del metallo prezioso senza però possederlo direttamente con una caratteristica in più, quella di essere degli strumenti a basso costo. Oppure investire attraverso la sottoscrizione di fondi che investono in aziende che operano nel settore che tendono ad avere una volatilità, questi fondi, significativamente più alta di quella del prezzo del metallo.
Fatte queste premesse l’oro è una forma di investimento? In un ottica di una corretta e prudente allocazione del portafoglio, può essere interessante impegnare una piccola quota del proprio portafoglio in oro, ma con alcune avvertenze: sicuramente l’oro ha caratteristiche difensive e correlate in determinati periodi del ciclo economico, ma abbiamo visto come il timing, sembra essere davvero cruciale.
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